A me il Natale piace, ma non troppo. Quella che leggerete non vuole essere una di quelle liste che si fanno a fine anno e io non sono il Grinch, ma quasi.
Si tratta semplicemente di cinque consigli di lettura suddivisi per temi e rivolta a chi, proprio come, è arrivato al secondo lunedì di dicembre senza riuscire a fare nemmeno un regalo.
Natale è alle porte e mai come in questo periodo abbiamo bisogno di storie, e allora cominciamo.
Non ho risposte semplici — Il genio del cinema si racconta, Stanley Kubrick (minimum fax)
Non mi metterei mai al lavoro su film di cui non fossi totalmente innamorato.
Una raccolta di interviste per chi ama il cinema. O, meglio, sedici interviste pubblicate sulla Saturday Review, Rolling Stone, Take One, Action e altre, ordinate crologicamente, attraverso cui si può conoscere il processo creativo di Stanley Kubrick: a partire dalla scelta delle storie fino agli aspetti tecnici del suo lavoro. Una chicca che emerge dalla lettura di Non ho risposte semplici è che Kubrick, essendo estremamente riflessivo, preferiva la forma scritta al parlato e questa cosa lo portava a richiedere di revisionare gli articoli prima che fossero consegnati alla stampa.
Addicted — serie tv e dipendenze, a cura di Carlotta Susca (LiberAria)
Una generazione cresciuta con la TV e le narrazioni audiovisive le utilizza per rintracciare dei percorsi di senso e farne storie da raccontare.
Anni fa non ero del tutto consapevole del potere che le serie tv avrebbero potuto esercitare sulla mia vita, quella da spettatore. Neanche adesso ne guardo tantissime, ma di quelle che seguo faccio binge watching, leggo di tutto e di più a riguardo, mi informo sugli attori e sui loro lavori precedenti o futuri. Ho recentemente letto Addicted — serie tv e dipendenze, un volumetto a cura di Carlotta Susca e con i saggi di Jacopo Cirillo, Michele Casella, Marika Di Maro e Leonardo Gregorio pubblicato nella collana I Metronomi di LiberAria e ho capito di aver trovato il regalo perfetto per tutti i serie tv addicted che conosco.
Norwegian blues, Levi Henriksen (Iperborea)
A volte il successo più grande sta nel fallire invece che ripetere sempre lo stesso successo.
Levi Henriksen, norvegese, è uno scrittore, giornalista, autore di canzoni e musicista rock e il suo Norwegian blues è un viaggio in musica. L’illustrazione di copertina di Ryo Takemasa evoca una lunga traversata alla On the road di Kerouac. In questo blues daill’atmosfera nordica si incontrano un discografico e tre fratelli, vecchie voci angeliche di canti spirituals. Oltre ad essere un viaggio, Norwegian blues racconta la vita in musica dei suoi protagonisti, di un intero paese e della scena musicale del tempo che l’attraversa. Da regalare assolutamente a chi senza musica non si alza nemmeno dal letto, magari colleziona vinili e cd come se non ci fosse un domani ed è affascinato da generi che non conosce.
Nudi come siamo stati, Ivano Porpora (Marsilio)
Feci il mio ritratto.
«Troppo facile. Un altro nemico.»
Disegnai mio padre.
Per gli amanti della pittura e delle arti visive in generale questa potrebbe essere la scelta giusta. Con la copertina (bellissima) disegnata da Giulio Rincione a dare quel tocco in più che serve alla storia, Nudi come siamo stati racconta tre storie che si intrecciano l’un l’altra tra colori, gestualità, Provenza e Italia. Perché chi l’ha detto che le parole non possano farsi dipinto per gli occhi di legge?
Macerie prime, Zerocalcare (Bao Publishing)
In pratica sono diventato bravissimo a sbagliare da solo. Lo posso insegnà ai master. Però ogni tanto mi serve ancora chiedere agli altri. Forse perché c’ho paura che sennò senza accorgermene divento proprio un’altra cosa. Troppo lontana da come mi sembrava giugno essere.
Macerie prime è l’ultimo lavoro di Zerocalcare composto da due parti: la prima è arrivata in libreria lo scorso 14 novembre, la seconda vedrà la luce a maggio 2018. Per chi lo segue dalle autoproduzioni degli inizi o per chi ha imparato a conoscerlo solo da qualche tempo, Michele Rech/Zerocalcare sembra farsi portavoce spesso e volentieri dei nostri problemi. Ora, però, ha detto fermi tutti un attimo, «io»/Michele Rech/Zerocalcare non ce la faccio a sostenere questo tempo che scorre, questo telefono che vibra duecento volte l’ora. Macerie prime è una lucida riflessione su sé stesso (i sei anni tra l’esordio e la riconoscibilità come autore, gli accolli, la morale personale e tutte quelle volte in cui va tradita) e il mondo intorno (gli amici e le loro vite, di nuovo gli accolli, le scelte e le loro conseguenze, la solitudine. Avrete senza dubbio quell’amico che desidera leggerlo, ma che ancora non l’ha comprato, quindi cosa aspettate?
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Leggo e scrivo di libri. Vado ai concerti. Lavoro coi social. Cerco cose belle. Consigli di lettura ogni lunedì.