Qualche tempo fa è successa una curiosa, almeno per me. In concomitanza di Book Pride 2018 mi è stato chiesto di raccontare la ‘mia’ Milano, quella città che, anni fa, mi sembrava tanto lontana dal posto in cui sono nata e nella quale ora ho scelto di vivere. Questo perché, sempre in occasione della quarta edizione della fiera dell’editoria indipendente che si è recentemente tenuta a Milano, per Edizioni Il Palindromo è stato presentato un bel saggio scritto da Michele Turazzi — scrittore, editor e abilissimo osservatore e, a questo punto, conoscitore della città meneghina —, dal titolo Milano di carta. Guida letteraria della città. Questo saggio è l’ultima uscita di una collana interessantissima dedicata a molte città italiane, Le città di carta appunto, rivisitate secondo la propria storia letteraria. Un’interessante mappatura ridisegnata con l’auto di scrittori e scrittrici che quelle città le hanno vissute, amate, magari anche odiate, ma sicuramente raccontate e che, per ora, parte da Palermo, si sposta a Catania, parte per Roma e arriva fino nel lontanto nord, a Milano.
Ho accettato, anche se tra me e me ripetevo che non c’è storia, che a me piace parlare di libri dopo averli letti, non di certo raccontare cose mie, ma tant’è. Quindi ora, dato che state leggendo, dovrete sorbirvi questo racconto che è anche e soprattutto un racconto di vita, ma tranquilli: c’entra sempre e comunque un libro, uno di quei saggi così densi di aneddoti e nozioni da farti prendere subito la moleskine per annotare tutto, c’entra una città che tutti credono grigia e diffidente, ma non è assolutamente così… e alla fine c’entro anch’io che delle mie cose di solito non scrivo mai, ma mi impegnerò a raccontarvi un pezzettino della mia storia.
Prima ancora che decidessi di trasferirmi a Milano, conoscevo la maggior parte delle librerie indipendenti presenti in città. Alcune le avevo visitate più e più volte, altre le avevo segnate in agenda con la speranza di visitarle al più presto e, magari, più di una volta. Quando poi ho deciso di trasferirmi ho avuto la conferma che mi aspettavo: sì, Milano per me è una città vivibile. Nel senso che ci vivo bene principalmente perché riesco ad andare da un capo all’altro della città senza troppi problemi. Prima avevo vissuto a Roma (e in tanti mi dicono che si sente anche, ma non essendo neanche di Roma non posso confermare) e Roma è bella, bellissima, ma lo sarebbe ancor di più se non dovessi farmi passare davanti cinque metro alle 9 di mattina senza riuscire a prenderne neanche una. Questo, però, succede sicuramente a causa mia che nella vita non riesco ad impormi e ho paura di cascare a faccia a terra dritta dritta sulla linea gialla. Prima di vivere a Roma ho vissuto nella profonda provincia pontina dove il concetto di autobus urbano (nelle cittadine come la mia) è ampiamente sottovalutato e passano mezzi solo per andare al mare, alla stazione, spostarsi da un paese all’altro o andare a Latina.
Raccontandolo così potrebbe sembrare che io mi sia trasferita a Milano solo per le librerie e per i mezzi efficientissimi (il che, insomma, potrebbe anche starci), ma c’è dell’altro. Non ho studiato qui, mi ci sono trasferita a cose quasi fatte, ma non nascondo che col senno di poi mi sarebbe piaciuto. Milano o la ami o la odi, mi par di capire. Per quanto mi riguarda, trovarla una città molto vivibile, maestosa e, non per ultimo, squisitamente letteraria mi basta. Eppure Milano resta sempre e comunque una città che ha molto da offrire, anche e soprattutto dal punto di vista della sua storia letteraria, come ci dimostra molto bene Milano di carta: una bella guida, comprensiva di un’utilissima mappa letteraria, che sarà di certo d’aiuto a tutti quelli come me che, pur essendosi trasferiti da un po’, ancora girano le strade di Milano in lungo e in largo con le cuffiette alle orecchie per lasciarsi guidare dalla tizia di Google Maps.
Milano ha la sua storia fatta di carta e inchiostro e Michele Turazzi ne ha meticolamente saputo cogliere tutte le sfumature partendo dalla Milano al tempo di guerra di Ernest Hemingway, fatta di passeggiate notturne, amore e locali storici che servono cocktail ghiacchiati, per poi passare con Luciano Bianciardi a quella città agra in cui vai a vivere perché devi lavorarci, ma poi scopri che, tra le tante cose, c’è Brera e ti sembra una piccola Montmatre, arrivando ai Navigli di Alda Merini e alla strade sileziose che si possono osservare dallo studio sempre ingombro di libri di Casa Lalla Romano, dove la scrittrice piemontese ha dato vita alla maggior parte dei suoi romanzi, restandoci fino alla fine dei suoi giorni. Questi quattro sono solo alcuni degli scrittori protagonisti di Milano di carta: leggendolo potrete scoprire tanti luoghi da visitare indagati attraverso la scrittura degli autori che qui hanno vissuto e li hanno quindi raccontati a loro modo.
Il bello di una guida è che è sempre lì, pronta all’uso. Il bello di una guida letteraria è che scatena l’effetto meraviglia.
Milano di carta. Guida letteraria della città, Michele Turazzi (Il Palindromo), pp. 168
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Leggo e scrivo di libri. Vado ai concerti. Lavoro coi social. Cerco cose belle. Consigli di lettura ogni lunedì.