Quando scelgo di leggere una graphic novel, la maggior parte delle volte desidero che questa catturi completamente la mia attenzione riuscendo a raccontare qualcosa che magari fa già parte dell mio vissuto, ma che prima della lettura era rimasta sconosciuta persino a me stessa. Di solito si tratta di storie, più o meno dialogate, che danno voce ad una forte componente psicologica e mettono a nudo le nostre paure più profonde.
Ebbene sì, Perso nel bosco di Dario Panzeri (graphic novel pubblicata recentemente dalla coloratissima casa editrice torinese Eris Edizioni) si è rivelata proprio una lettura di questo tipo.
Perso nel bosco è quasi un silent book: sa pesare le parole e le riempie con ampie pennellate di nere e sprazzi di luce bianca. Una storia che inizia in medias res e di cui si sa poco o niente della trama, ma non importa.
Se volessimo individuare dei protagonisti, in questo bosco buio troviamo sicuramente una figura, quella di un uomo in movimento e del suo costume nero, elemento che ricorda Birdman o gli altri possibili supereroi dell’immaginario collettivo. Quest’uomo, probabilmente, si trascina dentro di sé un macigno. Al centro di tutta la storia campeggia un concetto astratto: quello di perdita, intesa prima come luogo fisico (il bosco) e poi come luogo dell’anima (lo smarrimento, il senso di colpa, il dolore).
Le campiture nere e doppie di Dario Panzeri aumentano l’angoscia già presente in Perso nel bosco e strappano il cuore dal petto, restituendoci un’atmosfera da cuore in gola in cui quel poco che si riesce ad intravedere tra gli alberi del bosco fa venire la tachicardia. A farla da padrone, da brava regina incontrastata qual è dei dolori e delle ansie tutte, arriva lei, la paura: col suo manto nero copre tutto e tutti e non abbandona nessuno.
Non si può parlare di questo graphic novel senza accennare alla parte squisitivamente emotiva e paralizzante che si porta dietro. Leggendo Perso nel bosco ci perdiamo tutti, letteralmente, nella boscaglia fitta delle nostre paure, delle nostre ansie. Ed è proprio qui e ora, durante questa esperienza di lettura emotiva e che lascia col fiato corto, che si riaprono inaspettatamente tutte le nostre ferite.
Perso nel bosco è un racconto disegnato che fa male, è più nero del nero e, pur sviluppandosi in poche, pochissime parole lascia emergere una potenza interiore difficilmente vista prima. Voglio essere diretta: è come se tra i rovi di quel bosco ci fossi proprio tu, davanti alle tue paure nascoste e non sapessi come fare per uscirne. Poi, durante la lettura, ti assicuro che il fiato continuerà a mancarti più e più volte.
Un plauso ad Edizioni Eris che, in questo caso insieme al Progetto Stigma, pubblica sempre libri che valga la pena divorare in una serata e poi rileggere per sentirsi ancora vivi e per niente soli di fronte alle angosce della vita.
Perso nel bosco, Dario Panzeri, Eris Edizioni, pp. 128
Qui trovate la fonte delle tavole illustrate di Perso nel bosco condivise in quest’articolo.
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Della stessa casa editrice:
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Progetto Stigma, tra Èpos e prigioni. Intervista a Marco Galli #LeInterviste, su Un Antidoto Contro La Solitudine | #SalTo18 (giugno 2018), in collaborazione con Andrea Sirna, Viviana Calabria, Carla De Felice e Carla Gambale.
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